Emissioni di BTO Italia e BTPi: differenze e preferenze

Gli Italiani, lo sappiamo, sono sempre stati un popolo di cassettisti e di amanti del Btp, i buoni del tesoro italiano.

Le obbligazioni emesse dallo stato possono chiamarsi Bot, CCt, Btp e rappresentando un debito che lo stato contrae verso chi acquista questi titoli a fronte di una remunerazione, un rendimento, che poi verrà tassato dallo stesso stato che ce lo eroga.

Nel corso del tempo questi strumenti di debito si sono evoluti dando vita a Btp che non garantiscono un rendimento fisso ma legato a determinati parametri.

I primi a entrare nei nostri mercati sono stai i BTPi, titoli legati all’indice inflazionistico europeo, il cui capitale e le cui cedole si rivalutano o si svalutano mensilmente a seconda delle evoluzioni dei prezzi al consumo europei.

Questi strumenti sono molto interessanti perché risolvono uno dei più grandi problemi del risparmiatore italiano, ovvero quello di agganciare i propri risparmi all’incremento dei prezzi.

Negli ultimi anni poi, a partire dal governo Monti, sono stati lanciati anche i Btp Italia, legati all’inflazione Italiana dove però solo la cedola è indicizzata all’inflazione e quindi si “perde” un pezzetto di rivalutazione legata all’aumento del nostro capitale investito.

Questi strumenti concedevano poi un premio di fedeltà nel caso il risparmiatore avesse portato a termine l’investimento senza mai cedere prima il titolo.

Ultimo nato è stato il Btp Futura dove il rendimento dello stesso è legato non all’inflazione ma al Pil Italiano presumendo che i due indicatori siano legati a doppio filo; purtroppo però non è sempre vero e proprio nei momenti di stagflazione (bassa crescita e alta inflazione), legarsi solo al PIL può risultare rischioso e soprattutto non idoneo a coprire l’aumento dei prezzi e il conseguente depauperamento delle nostre risorse finanziarie risparmiate.

Gli stessi o quasi titoli di stato sono emessi anche dal governo francese, spagnolo, tedesco ma è molto più difficile accedervi per un risparmiatore italiano e soprattutto parte della rivalutazione inflazionistica viene “mangiato” dal rendimento negativo di alcuni di questi titoli di stato che vista la sicurezza dell’emittente quotano spesso sotto la parità.

(14.06.2022)

(rubrica a cura del dott. Andrea Rizzini - Consulente ed Analista Finanziario)