Inflazione e stabilità tra spread e recessione

Siamo ufficialmente in un mercato ribassista, chiamato “orso” dagli addetti ai lavori. Un mercato dove abbiamo perso oltre il venti percento del valore delle azioni dai massimi.

Il problema reale però forse non sta nel comparto azionario, l’obbligazionario ha ceduto molto di più dopo le dichiarazioni della banca centrale europea di esaurimento delle politiche monetarie espansive, si smette insomma di comprare titoli di stato a mani basse mantenendo i rendimenti artificialmente bassi.

Il mercato non ha preso bene la notizia ma in realtà è da anni che l’inflazione sui mercati finanziari che ha portato i prezzi alle stelle di tutti i titoli di debito Europei doveva prima o poi scoppiare.

Al momento quindi chi ha tenuto contro i ribassi di entrambi i mercati sono state le materie prime e in parte i titoli obbligazionari legati all’inflazione che da una parte scendono di prezzo per via dell’aumento del rendimento reale ma dall’altra incorporano mese su mese oltre il sei percento di rivalutazione inflazionistica.

In molti analisti ritengono che nel 2022 si esaurirà la spinta inflazionistica ma rimarremo probabilmente con una dura recessione verso la quale il mondo finanziario non avrà più armi a disposizione, gli acquisti illimitati di titoli e le politiche espansive infatti non si possono protrarre o riproporre all’infinito e rischiamo di aver esaurito le cartucce a nostra disposizione.

Quale sarà la soluzione a questo problema? Potrebbe essere finalmente guardare a un futuro più sostenibile, anche a livello finanziario, delle attività umane su questa terra. Invece del Pil e delle misurazioni economiche le recessioni andrebbero valutate in base a ben altri fattori che tengano conto delle persone, del clima e del benessere in generale che non si esaurisce al semplice soldo.

Potremmo scoprire che una recessione puramente economica non lo è sotto altri punti di vista e immaginare che anche la finanza in futuro tenga in considerazione qualcos’altro oltre alle sole prospettive degli utili aziendali.

Per il momento siamo solo all’inizio di questa recessione e non sappiamo quando si invertirà il trend, potrebbe essere una risoluzione del conflitto bellico ucraino, una normalizzazione dei prezzi delle materie prime oppure gli sforzi dei paesi occidentali per arginare l’inesorabile caduta del sistema degli scambi commerciali come lo abbiamo sempre conosciuto.

(21.06.2022)

(rubrica a cura del dott. Andrea Rizzini - Consulente ed Analista Finanziario)