Nonostante la sorpresa PIL andremo in recessione?

Che brutta parola “recessione”, decrescita o rallentamento suonerebbero meglio e probabilmente potremmo anche trovarle interessanti se iniziassimo a pensare per obbiettivi diversi dal mero e spoglio prodotto interno lordo.

Il benessere generale dei cittadini di uno stato e dello stato stesso inteso come terra, aria, mari, infrastrutture, edifici, cultura, tradizioni e quant’altro non si può generalizzare nel PIL e soprattutto a volte è in contrasto con il PIL stesso; pensate a un’ora di tempo libero che aumenta il benessere del cittadino ma toglie un tot di euro al PIL nazionale.

Detto ciò al momento la recessione è solo in prospettiva, ci sarà ma le azioni economiche portate avanti nell’ultimo anno hanno contribuito a rendere più morbida la caduta e gli effetti si sono visti con i risultati ottenuti nell’ultimo trimestre che ha evitato di finire in negativo.

Senza preoccuparci troppo di una recessione attesa e gestibile dovremmo pensare anche agli effetti psicologici che fa sugli investimenti, normalmente infatti i mercati finanziari tendono a iniziare la risalita molto tempo prima della fine della recessione e il cosiddetto minimo che toccano prima di ripartire spesso dista anche un anno dalla ripartenza economica effettiva.

Questo atteggiamento di anticipazione i mercati lo hanno per natura stessa degli stessi, puntano a scommettere ed anticipare i fatti economici e incorporano nei prezzi dei titoli le aspettative sul futuro; a volte questo comporta anche opportunità d’investimento oltre che possibili danni collaterali dall’eventuale non verificarsi delle aspettative.

In un momento infatti in cui tutte le aspettative sono negative i prezzi non incorporano normalmente possibili eventi positivi e futuri (più in là nel tempo) ripartenze economiche.

Quando cioè la fiducia è sotto le scarpe e il mondo sembra per crollare l’accorto investitore di lungo periodo potrebbe cogliere occasioni interessanti, vero è che il rischio di ulteriori ricadute e quindi di cambi di rotta dei mercati è sempre possibile, pensate a una possibile escalation nucleare che provocherebbe un calo ancora più di deciso di aspettative, umore dei mercati e soprattutto reali condizioni economiche.

(03.11.2022)

(rubrica a cura del dott. Andrea Rizzini - Consulente ed Analista Finanziario)