Come muoversi nel comparto obbligazionario?

Uno dei grandi temi che accompagna i risparmiatori Italiani è quello del comparto d’investimento del mondo obbligazionario.

I titoli a flusso cedolare rappresentano la maggior parte dell’allocazione dei risparmiatori italiani che attraverso questi strumenti e a una buona diversificazione sono tutto sommato riusciti a passare indenni da molte crisi finanziarie.

Da qualche anno però l’investimento dei propri risparmi nel settore obbligazionario richiede particolare attenzione visto che i rendimenti degli stessi sono dapprima virati in negativo e poi non appaiono più sufficienti per coprire la svalutazione monetaria, detta anche inflazione.

Abbiamo sostanzialmente due strade di investimento, comprare singoli titoli oppure fondi di investimenti o etf che investono in tanti titoli diversi.

All’interno di questa scelta dobbiamo decidere se preferiamo un tasso variabile, fisso o legato all’inflazione; questi tre sono i principali, ne esistono altri tipi ma meno trattati dai mercati.

Il vantaggio del tasso fisso è stato quello di assicurare un flusso cedolare costante in momenti di inflazione bassa o negativa, assicurando una buona remunerazione del capitale investito, ma cosa succede quando l’inflazione cresce e le cedole rimangono fisse?

In questo caso avere un flusso cedolare che si adatta alle condizioni di mercato potrebbe rappresentare un vantaggio, i tassi variabili sono legati quasi sempre all’Euribor, il tasso ufficiale di scambio degli istituti finanziari. Purtroppo l’Euribor sale molto rapidamente in caso di crisi finanziaria globale (ricordiamoci il 2008) ma è un po’ lento ad agganciarsi alla crescita inflazionistica.

Il terzo tipo di titoli invece riguarda proprio quelli che hanno la cedola o il capitale o entrambi legati all’andamento dell’inflazione, in questo caso la risposta in caso di inflazione è immediata mentre potrebbe non coincidere se l’inflazione dovesse calare e i tassi variabili aumentare.

Al di là delle decisioni sulla tipologia di titoli allocare i propri risparmi sui singoli titoli piuttosto che su fondi d’investimento dipende anche dalla capacità di diversificazione che abbiamo, i fondi e gli etf non consentono di definire un rendimento certo o quasi come i singoli titoli ma consentono d’altro canto di diversificare molto gli emittenti onde evitare che le traversie di uno di questi affettino tutto il valore del fondo e dei miei risparmi.

(01.04.2022)

(rubrica a cura del dott. Andrea Rizzini - Consulente ed Analista Finanziario)