Non si placa la burrasca sui prezzi dell'energia

Sempre nell’occhio del ciclone la questione energetica globale, da un lato molti paesi si erano impegnati per una riduzione delle emissioni e l’utilizzo quindi di una maggior quantità di energia pulita mentre recentemente gli sviluppi della guerra in corso in Ucraina potrebbero costringere gli stessi paesi al ritorno al carbone, fonte energetica tra le più inquinanti al mondo.

In tutto questo l’Europa ha firmato l’embargo sul petrolio Russo anche se a scadenza lontana visto che potrebbe subire prima del previsto un taglio delle forniture dalla Russia in quanto comunità di paesi ostili.

In questo contesto bellico-economico i prezzi dell’energia e del Gas sono impazziti arrivando a livelli non più visti negli ultimi anni di interazione globale.

Gli Stati Uniti e l’Europa stanno lavorando per aprire altri canali di approvvigionamento sia di materia solida che liquefatta per ovviare al prossimo inverno che si preannuncia ancora difficile se la Russia continuerà la sua guerra d’invasione e giustamente i paesi democratici stringeranno sulle sanzioni.

Recentemente gli USA hanno bussato alla porta del Venezuela, paese considerato sotto embargo visto la posizione non riconosciuta del presidente Maduro ma che potrebbe dare una mano agli States per sopperire alla loro piccola parte di mancanza di petrolio Russo.

Per l’Europa la faccenda è più intricata e non si può risolvere nel breve periodo implementando la quota di energie rinnovabili che il nostro continente potrebbe sfruttare in abbondanza, per questo gli accordi con i paesi del nord africa risultano cruciali.

Dal lato dei consumatori per proteggersi dall’escalation dei prezzi si può cercare contratti che ne fissino il costo sul lungo periodo o per lo meno per il prossimo inverno mentre come investitori la dinamica inflazionistica è quella che ancora una volta può colpire i risparmi degli Italiani abbondantemente fermi sui conti correnti.

La spinta inflazionistica importata dall’aumento dei costi energetici è infatti la più pericolosa per i sistemi economici perché produce solo perdita di potere d’acquisto senza che vi sia un aumento della produzione interna nazionale.

(09.05.2022)

(rubrica a cura del dott. Andrea Rizzini - Consulente ed Analista Finanziario)