Inflazione e progressione dei mercati finanziari

Negli Usa l’inflazione sta già iniziando a dare segnali di cedimento, oltre al ribasso effettivo abbiamo molti indicatori che ci comunicano un possibile ribasso ulteriore dei prezzi nei prossimi mesi invernali.

La politica dura di rialzo continuo dei tassi d’interesse sta forse iniziando a dare i suoi frutti ma ancora di più pesa la riduzione dei prezzi delle materie prime che ha interessato tutto il globo dopo la fiammata guidata dalla ripresa post pandemica e dalla guerra.

In Europa da questo punto di vista siamo ancora in alto mare e in balia delle spinte inflazionistiche, ciò che notiamo nella vita di tutti i giorni è una corsa al rialzo dei prezzi di beni e servizi, chi  adegua all’inflazione gli stessi e chi invece si spinge oltre cercando un guadagno ulteriore rispetto all’inflazione.

E’ un momento in cui dobbiamo stare molto attenti quindi nella pianificazione dei costi legati alla nostra vita, prima ancora di pensare a come guadagnare di più o investire meglio è un momento dove i risparmi aiutano molto a preservare il potere d’acquisto.

Pensiamo solo a una ricerca sulle possibili alternative al proprio gestore energetico o di forniture di gas naturale piuttosto che alla programmazione dei tempi vita-lavoro per avere una più efficiente gestione degli spostamenti e dei consumi.

Fino a quando anche in Europa non vedremo segnali di rallentamento inflazionistici saremo sottoposti a questa pressione, presto arriveranno anche da noi perché è normale che con balzi del genere nei prezzi di tutti i giorni assisteremo a una riduzione dei consumi, quindi della produzione e quindi della domanda in generale a parità di offerta.

Questo circolo alimenta il ribasso dei prezzi e quindi dell’inflazione in un continuo susseguirsi di aumenti e cali dei consumi.

E’ tempo però di parlare anche di un’altra inflazione che non tocchiamo con mano, quella dei mercati azionari e obbligazionari, infatti anche le azioni e le obbligazioni hanno dei prezzi e questi negli ultimi anni sono saliti vertiginosamente alimentando una sorta di inflazione dei prezzi dei mercati.

Nel 2022 e in parte anche nel 2021 questi prezzi fuori controllo si sono sgonfiati e sono forse rientrati in un alveo di normalità, gli indici obbligazionari perdono terreno da due anni e l’indice americano principale nel 2022 ha perso oltre il quindici percento del suo valore.

Chissà se il 2023 ci porterà un calo dell’inflazione reale e una ripresa dell’inflazione sui mercati finanziari.

(22.11.2022)

(rubrica a cura del dott. Andrea Rizzini - Consulente ed Analista Finanziario)