La rotazione delle polizze rivalutabili

Molti risparmiatori accorti sono incappati qualche volta in polizze d’investimento a copertura del rischio di premorienza agganciate a una gestione separata, un contenitore di titoli di stato che crea un reddito annuo variabile compreso circa tra l’1% e il 4%.

Negli ultimi anni complice il calo di rendimento dei titoli di stato queste polizze rivalutabili agganciate alle gestioni separate hanno abbassato i rendimenti netti pur mantenendo però un certo appeal se paragonate con un’inflazione nulla.

Ora l’aumento dell’inflazione fa ragionare i risparmiatori in merito alla convenienza di mantenere attivi questi prodotti che negli ultimi anni hanno egregiamente svolto il loro lavoro di protezione e rivalutazione del capitale investito ma che ora rischiano di avere rendimenti di molto inferiori all’inflazione.

Molte di queste polizze se sono già passati gli anni obbligatori di mantenimento potrebbero essere riscattabili senza costi, nel qual caso si possono considerare alla stregua di liquidità pronto uso ma remunerata discretamente anche se con tassi inferiori all’inflazione.

Altro aspetto da considerare è la storicità di queste polizze, alcune sono legate a gestioni separate che hanno ancora rendimenti interessanti e visto che non sappiamo se l’alta inflazione permarrà per molto tempo potrebbe essere controproducente eliminare una posizione ereditata dal passato per reinvestirla negli attuali mercati finanziari.

Scelte difficili insomma che vanno prese alla luce di dati certi come i costi di mantenimento, i costi di riscatto, il rendimento storico e quello prospettico di queste polizze e le alternative alle quali possiamo accedere per coprirci dalle dinamiche inflazionistiche.

Vero è che i contratti stipulati prima dell’anno 2020 in alcuni casi si portavano appresso costi interessanti e rendimenti ancora agganciati a gestioni separate che poi hanno chiuso le porte a nuovi ingressi di capitale mantenendo intatti i rendimenti acquisiti nel tempo.

Come in tutte le situazioni famigliari quello che conta è la propria pianificazione finanziaria e le prospettive che essa si porta appresso, prima di decidere se un prodotto è buono, cattivo o se è utile alla causa dobbiamo sapere a cosa ci deve servire quel prodotto e se per questo fa al caso nostro o meno.

(20.05.2022)

(rubrica a cura del dott. Andrea Rizzini - Consulente ed Analista Finanziario)